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Inquinamento indoor killer: 90mila morti all’anno in Europa

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Se a tutti è ormai noto l’effetto devastante che l’inquinamento atmosferico ha sulla salute, purtroppo non si può dire altrettanto di quello indoor. Almeno fino a pochi anni fa veniva data poca importanza all’insalubrità degli ambienti domestici. Una mancanza di attenzione che si sta tentando di recuperare con progetti di ricerca e statistiche incentrati sull’analisi di dati riferiti all’incidenza degli inquinati indoor. [fonte http://www.casaeclima.com/]

Solo nel 2012 in Europa si sono registrati più di 90mila decessi a causa di impianti di riscaldamento malfunzionanti e prodotti per la pulizia altamente tossici. Lo rivela uno studio pubblicato dal Royal College of Physicians in collaborazione con il Royal College of Paediatrics and Child Health.

“Ormai- scrivono gli studiosi- c’è un alto livello di conoscenza sui rischi legati agli impianti a gas vecchi o sui quali non viene effettuata una manutenzione adeguata. Ma in un qualsiasi ambiente interno possiamo essere esposti a particelle NO2 che provengono anche da alcuni solventi, vernici, da alcuni materiali plastici e dal mobilio stesso.”

Quindi apriamo le finestre per cambiare l’aria?

aprire le finestre
Quanto inquinamento entra dalle finestre?

meglio di no…

Qual’è la soluzione?

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Quali sono le fonti di inquinamento atmosferico?

fonti inquinamento atmosferico

Uno studio realizzato dalla Joint Research Centre della Commissione europea e dall’Organizzazione mondiale della sanità ha identificato le principali fonti di inquinamento atmosferico urbano in tutto il mondo.

Grazie all’analisi del particolato di 51 città (PM10 e PM2,5), il traffico è risultato la principale fonte di inquinamento atmosferico, responsabile di un quarto delle polveri sottili nell’aria.

  • Traffico (25%): i veicoli, oltre alle loro emissioni, inquinano anche tramite l’usura dei freni, della frizione e degli pneumatici;
  • fonti non specificate di origine umana (22%): particelle secondarie di origine umana;
  • combustione domestica (20%): legna, carbone, gas e combustibile per cucinare o per riscaldare;
  • polveri e sali naturali (18%);
  • attività industriali (15%): qui troviamo combustioni dovute principalmente alla combustione di petrolio, carbone e le emissioni di diversi tipi di industrie (metallurgica, ceramica, farmaceutica..).

L’importanza di capire da dove deriva l’inquinamento atmosferico e determinante per pensare a una soluzione. Certo non è facile. Se pensiamo che in Cina hanno vietato ai ragazzi delle scuole di giocare all’aria aperta…

La domanda successiva è: in casa cosa respiriamo?

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