Diverse sono le normative alle quali fare riferimento quando si parla di qualità dell’aria indoor. Precisiamo che con “Qualità dell’aria indoor” (Indoor Air Quality-IAQ) ci si riferisce all’aria interna che si respira negli ambienti confinati, quali:
- abitazioni
- uffici pubblici e privati
- strutture comunitarie (ospedali, scuole, uffici, caserme, alberghi, banche)
- ambienti destinati ad attività ricreative e sociali (cinema, bar, ristoranti, negozi, strutture sportive)
- mezzi di trasporto pubblici e/o privati (auto, treno, aereo, nave, etc).
Legislazione:
Decreto Ministeriale del 26/6/2015
Impone i metodi di calcolo in base alla norma UNI EN ISO 13788: 2013
Questa norma analizza il problema legato all’umidità superficiale critica, in grado di causare problemi quali la formazione di muffe sulle superfici interne delle abitazioni.
Fornisce altresì metodi di calcolo per determinare la valutazione del rischio di condensazione interstiziale dovuta alla diffusione del vapore acqueo e il tempo che l’acqua impiega ad asciugare.
CONFERENZA PERMANENTE PER I RAPPORTI TRA LO STATO, LE REGIONI E LE PROVINCE AUTONOME DI TRENTO E BOLZANO (2010)
Accordo tra Governo, regioni, province autonome di Trento e Bolzano, province, comuni e comunità montane concernente «Linee di indirizzo per la prevenzione nelle scuole dei fattori di rischio indoor per allergie ed asma».
(GU del 13 gennaio 2011, n. 9 SG)
Lo scopo principale di queste linee di indirizzo è focalizzare l’attenzione delle istituzioni, in primo luogo dell’istituzione scolastica, e della popolazione in generale sull’importanza della qualità dell’aria degli ambienti scolastici sulla salute dei bambini. Indicare inoltre linee operative per realizzare in tali ambienti (compresi gli spazi esterni e le mense), condizioni igienico-sanitarie e di sicurezza adeguate alle specifiche esigenze dei soggetti allergici o asmatici.
WHO guidelines for indoor air quality : dampness and mould (2009)
(Guida per la qualità dell’aria indoor dell’OMS: umidità e muffa)
Questo documento fornisce una revisione completa delle prove scientifiche sui problemi di salute associati all’umidità degli edifici e agli agenti biologici.
Riassume anche le informazioni disponibili sulle condizioni che determinano la presenza di muffe e le misure per controllare la loro crescita negli ambienti chiusi. Il mezzo più importante per evitare effetti avversi sulla salute è la prevenzione.
Linee guida su microclima, aerazione e illuminazione nei luoghi di lavoro (2006)
Un testo di quasi 200 pagine, curato dal coordinamento tecnico per la sicurezza nei luoghi di lavoro delle Regioni e Provincie autonome (1° giugno 2006)
Dà alcune indicazioni operative e progettuali per i diversi attori della sicurezza a vario titolo coinvolti (addetti alla sicurezza aziendale, progettisti, consulenti, medici competenti, rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, operatori degli organi di vigilanza) in un panorama legislativo e normativo sempre comunque frammentario.
CONFERENZA PERMANENTE PER I RAPPORTI TRA LO STATO LE REGIONI E LE PROVINCE AUTONOME DI TRENTO E BOLZANO (2001)
Accordo tra il Ministro della salute, le regioni e le province autonome sul documento concernente: “Linee-guida per la tutela e la promozione della salute negli ambienti confinati“.
(G.U. Serie Generale , n. 276 del 27 novembre 2001)
Le presenti linee guida evidenziano l’esistenza in Italia di situazioni di rischio per la salute, riconducibili all’inquinamento degli ambienti confinati.